Gennaro Brancato, maresciallo della Marina militare con un fisico degno di un marine di «Full metal jacket», inarca il sopracciglio e denuncia: «Ho fatto missioni in Somalia, Libano e Afghanistan e non posso entrare negli stadi italiani. Ma si può?». È stata la questione-trasferte, il piatto forte della cena natalizia organizzata a Napoli dal coordinamento de «Il respiro azzurro», l’associazione nata nel 2006 cui aderiscono 32 Napoli Club attivi in tutta Italia. Nell’elenco figura anche un Napoli club Libano e tra gli oltre 10.000 iscritti ci sono anche cittadini svizzeri e una deliziosa ballerina israeliana di Tel Aviv con trascorsi in Rai e Mediaset, Ronit. Il presidente onorario è l’avvocato Enrico Tuccillo. I partecipanti sono 101, il teatro è il ristorante di Beppe Bruscolotti e Marco Ponsiglione ispirato alla data del primo scudetto del Napoli, «10 Maggio ’87». Anche la società è presente: gli emissari sono il responsabile del settore giovanile, Giuseppe Santoro, e l’addetto stampa, Guido Baldari. Spetta a loro portare il saluto di De Laurentiis. Spetta al presidente del club di Bolzano, Salvatore Nicolò, raccontare il sogno comune: «Conoscere qualche giocatore del Napoli e ospitarlo ai nostri eventi», con ricavato mediamente devoluto in beneficenza. Le storie sono molteplici: c’è Lorenzo Criscitelli, 2 anni e già socio della sezione di Bologna; c’è Giuseppe Antuoni, genovese che da 10 anni festeggia il compleanno di Maradona come Natale. «Chiediamo al Napoli di creare un coordinamento del tifo come quelli del Milan e dell’Inter - continua Nicolò, uno dei 4 fondatori del ”Respiro” -: è assurdo che al San Paolo i prepotenti debbano imporre i posti a sedere e quali striscioni piazzare». Ma è la questione trasferte a tenere banco: «Qualcuno riesce a entrare - raccontano a più voci -: tramite amicizie o magari falsificando il documento di identità». Una denuncia. Come quella del maresciallo Brancato: «Siamo trattati peggio dei clandestini. Speriamo di andare in Champions: almeno in Europa potremo tifare per gli azzurri».
Fonte:il mattino di Napoli
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