martedì 5 giugno 2012

ESPERIENZA UNICA

di ELIO SIMONI Gli avvenimenti della vita si può scegliere di farseli raccontare oppure di viverli,anche se da comparse. Dopo aver passato due giornate nel cuore della tragedia emiliana tra Mirandola, Finale Emilia ,Cavezzo e gli altri paesini della bassa sono convinto che bisogna esserci per evitare farsi raccontare le verità di altri. Sono arrivato a Finale il sabato mattina verso le nove dopo aver consegnato a Raffaele del caffè che la mia azienda ha messo a disposizione dei centri per gli sfollati. Come me tante altre aziende del settore della Distribuzione automatica (le macchinette..) hanno messo sul campo chi distributori automatici,chi acqua,chi bicchieri, zucchero o altro. Assieme a uno dei promotori di questo intervento Marco Barazzuol ci siamo incontrati e unendo le rispettive passioni abbiamo cominciato un giro che inizialmente doveva durare poche ore e nella realtà è terminato solamente verso le tre del mattino della domenica. Abbiamo iniziato un certosino lavoro di passaggio nei centri degli sfollati che dalle carte risultavano essere cinque o sei mentre nella drammatica realtà siamo arrivati a visitarne almeno tredici. Lo schema era lo stesso, dovevamo cercare il capo campo e a lui offrire quel servizio che significava prodotti erogati gratuitamente a tutti,quindi caffè,cappuccino,cioccolata,macchiato ecc Spiegato il sistema dovevamo individuare il posto più adatto,al coperto delle intemperie,con la possibilita di alimentazione. A quel punto si entrava in contatto con la gente che con mia sorpresa voleva parlare,raccontare mentre io pensavo che il pudore li avrebbe chiusi e indispettìti davanti ala richiesta di racconti. Allora abbiamo capito,con Marco,che un piccolo aiuto era quello di parlare,di sdrammatizzare anche ma comunque di ascoltare. Siamo entrati in contatto con appartenenti alla Protezione Civile,all'associazione Carabinieri in congedo,all'ANA,ai vigili del fuoco e ai dipendenti dei vari comuni. Denominatore comune di tutti era l'organizzazione,il coordinamento,l'efficienza. Ed è per questo che io,almeno in questo caso,devo dire bravo allo Stato e assieme a me lo hanno detto le persone che ho ascoltato Non mi si dica che sono solamente volontari,perchè quello è lo Stato! Il discorso è scivolato sulle polemiche relative alla sfilata del 2 giugno,anche qui bisogna ascoltare le persone emiliane non i cialtroni che hanno cavalcato anche questo avvenimento. Erano d'accordo con l'effettuazione della parata anche perchè consci del fatto che il costo della struttura era oramai saldato al 70% e comunque si dimostrava che lo Stato esisteva. Erano molto più incazzati ( a ragione) sulla festa promozional-commerciale con la star del Papa che ha bloccato Milano e hinterland per tre giornate,impedendo la libera circolazione anche dei soccorsi dalla Lombradia verso l'Emilia. Un grande spot sotto l'egidia di quel gran....governatore di Formigoni. La beffa finale l'ho ascoltata dalle onde di Radiodue dove la notizia al termine della tre giorni è stata"....durante la festa sono stati raccolti dai fedeli 500.000 euro per i terremotati che saranno donati come CARITÀ DEL PAPA...". Che solo volesse lo stato più ricco del mondo potrebbe aiutare l'Emilia,l'Abruzzo,l'Irpina e ancora altro senza chiedere ai suoi fedeli. A S.Felice del Panaro ho incontrato degli immigrati napoletani che attirarati dalla mia maglietta,oramai molto sudata,con il logo del Napoli club Bolzano mi hanno fatto il quadro della situazione.. Ciro,da 23anni risiede in quel paese,laureato al Conservatorio per passione e diplomato perito meccanico per bisogno. Lavora(va) in una di quelle aziende legate al medicale dove si produce(va) materiale per aiutare la circolazione extra corporea durante le operazioni che la richiedevano. Una multinazionale con una quota di mercato del 40% in tutto al mondo,non solo produzione ma anche ricerca qualificata. Ciro è uno degli 800 dipendenti di quella azienda che tradotto significano 800 famiglie senza un capofamiglia con redditto. Ciro vuole solo lavorare,ora è in una tendopoli di amici,parenti fuori dai centri ufficiali anche se usufruisce dei pasti dei centri. Ciro è lucido e preciso nel suo racconto che tocca anche le costruzioni collassati. Costruzione con due tre anni di vita che sono cadute mentre quelle con quindici anni non hanno subito nemmeno una crepa. Vengo a sapere che le costruzioni sono monopolio di pochi impresari e mi nasce il sospetto che visto che sono stati approvati i progetti e successivamenti eseguiti (??) i collaudi qualcosa non quadra e difficilmente verranno alla luce le responsabilità. Con Ciro decido di avviare un progetto con il sodalizio di Bolzano,in quanto credo che gli aiuti si debbano portare e consegnare nelle mani di chi ha bisogno e non delegare enti,associazioni o altro. Nella serata della domenica mi sento con Salvatore ds del Napoli club e assieme decidiamo di partire con il progetto che dovrá , oltre che sostenere Ciro che diventa referente sul luogo,anche con il tempo creare un gemellaggio con delle squadre di di calcio di bambini aiutandoli magari a vestirli e a regalare loro dei palloni. Semplicemente donando a loro la normalità. Il centro a S.Felice sfama quotidianamente mille persone a pranzo e mille scena e il capo campo Beppe Veronesi gestito dalla provincia di Modena mi racconta che in quel paese sono tutti sfollati e in quel parco vuole ricreare un piccolo paese con una zona tranquilla dove gli anziani possano godersi tranquillamente una falsa calma. Tutti lavorano per creare un piccolo paese. Sempre a S.Felice un altro campo è gestito dalla provincia di Trento e all'ingresso trovo degli appartenenti al Corpo Forestale che mi raccontano con rammarico che non sono considerati come meriterebbero in quanto sembra che la regione Emilia pretenda sul campo solamente corpi strutturati e non di volontari come ad esempio i VVFF volontari e appunto il CF. Addirittura gli amici Forestali sono stati obbligati a non portare l'arma e in caso di problema di ordine pubblico sarebbero considerati semplici cittadini e non tutelati come ufficiali. In quel campo convivono tredici etnie e questo crea un vulcano sempre sull'orlo dell'eruzione. Raccontano di quando per errore è stato servito un piatto di spaghetti al ragout a un islamico che si è rivoltato perchè non poteva mangiare quella carne. Mi hanno raccontato che hanno occupato una tenda per fare un luogo di preghiera,ora io sono assolutamente democratico,garantista assertore della multietnica però bisogna anche dare i limiti. I limiti di chi ospita! Che gente questi emiliani non ho visto nessuno piangersi addosso,gente orgogliosa che nemmeno il terremoto riesce a far cambiare il carattere solare,divertente ottimista. Viaggiando con l'automobile in queste campagne irreali ho visto vecchi casolari emiliani con una storia carica di famiglie che sono nate,vissute,che hanno insegnato la terra ai nipoti accartocciate su di loro. Costruzioni che non saranno mai più ricostruite quindi una parte di storia che nessuno potrà mai più vedere,e questo mi ha spaventato. Ho visto un Italia unita alla faccia di quei poveri mentecatti che ancora oggi vogliono dividerla,ho visto volontari dallAquila,da Napoli,da Positano come da Treviso,dalla Liguria,dalla Val d'Aosta dappertutto e tutti parlavano un unica lingua! Mi domando ,ma è possibile che per capire che siamo tutti uniti bisogna aspettare queste tragedie! Prendiamo a calci tutte quelle vecchie cariatidi che vogliono far credere che gli asini volano,tutti quei personaggi che si cercano popolarità (leggi voti) sfruttando il popularismo e le paure della gente.. Un racconto questo che vorrei non terminare perchè ancora tanto ho visto,tanto ho ascoltato ma bisogna provare a ricombinare. Una cosa però è certa sono veramente orgoglioso di appartenere al mio paese e lo dico con spirito patriottico e non nazionalistico. Lo dico con la convinzione che siamo unici nel bene come siamo unici nel riuscire a farci del male parlandoci addosso. Però ci torno,già questa settimana..........

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