sabato 20 giugno 2009

QUANDO IL MONDO "RESPIRAZZURRO"

PIACERE, RESPIRO AZZURRO….


Fare di un’erba un fascio, i tedeschi sono tutti nazisti, gli zingari sono tutti ladri. Niente di più falso, bisogna leggere così: una parte di tedeschi erano nazisti non tutti, tra gli zingari ci sono dei ladri ma non sono tutti così!
Visto e sdoganato questo ragionamento, allora non tutti i tifosi napoletani sono camorristi e delinquenti, qualcuno purtroppo sì! I primi a vergognarsene sono i veri tifosi, quelli che incitano, gioiscono e soffrono con la squadra, quelli che scandiscono cori ironici nei confronti degli avversari, quelli che pensare alle maglie azzurre fa venire la pelle d’oca, quelli che sono pronti a mangiarsi una fetta di pizza in compagnia degli avversari dopo una partita vinta o persa è lo stesso.
Ora basta! Bisogna ricominciare! Ricominciare con un movimento nuovo, sano, vero, non colluso.
Ecco che automaticamente, spontaneamente senza ragionamenti di comodo o d’interesse nasce il Respiro Azzurro che come un vento nato al Nord della penisola in una città così lontana per clima e latitudine come Bolzano sta contagiando mezza Italia con ambizioni addirittura internazionale, varcando i confini anche grazie alla tecnologia dell’etere che grazie al satellite permette di essere visti e ascoltati addirittura nelle Americhe!
Un movimento che si vergogna della violenza, ma esalta la solidarietà, l’unione, e soprattutto lo sport vestendo di azzurro centinaia di ragazzi dai sei anni fino ai sedici, portandoli in giro per i campi e le città d’Italia, promuovendo lo sport sano, portando l’allegria tipica di chi vive all’ombra del Vesuvio.
Un veicolo, il “Respiro Azzurro” che si muove come un vento per tutta la penisola con i suoi pullman carichi di giocatori, accompagnatori e tanta allegria riscoprendo ogni giorno l’importanza dei valori fondamentali dello sport che sono il rispetto e la capacità.


LA STRUTTURA

La struttura dell’organizzazione è basata su persone indirizzate ognuna a un compito specifico con piena responsabilità democraticamente delegata dal Consiglio Direttivo.
Un Consiglio Direttivo dinamico che è elasticamente allargato nel momento della necessità a tutte le persone che possano portare esperienze nuove alla società.
Una divisione netta tra amministrazione, pratica sportiva e sociale, in maniera da non creare falsi problemi o ritardi nell’attuazione dei progetti.
Un Direttivo in continua evoluzione che mensilmente stila un percorso da seguire a breve termine e annualmente stila programmi a lungo termine, verificando l’andamento di quelli triennali.

I MEZZI A DISPOSIZIONE

Il movimento può contare oltre che su di una rete di collaboratori che copre capillarmente la penisola, anche su una televisione dislocata a Napoli ma che grazie al satellite è ricevibile in tutto il mondo. Questa televisione dà spazio settimanalmente a una trasmissione seguitissima che in diretta ospitando dirigenti, giocatori e giornalisti fa il punto sulle vicende della società del Napoli ssc.
Inoltre a livello locale il Napoli Club trova spazio su rubriche fisse sulla stampa locale come quello sulla rivista “Lo Sportivo”, dove porta alla ribalta le proprie esperienze sportive e illustra la propria attività.
Oltre a questo un semplice ma efficiente ufficio stampa “inonda” mass-media, soci o semplici simpatizzanti di mail riportanti quanto sopra.



ESEMPI DI ATTIVITA’

Tra il sociale e lo sportivo.

In un ipotetico asse d’equilibrio alle cui estremità ci siano sociale e sportivo, purtroppo è sempre il sociale a soccombere. Triste è che le società sportive si pavoneggino al pubblico con il loro interesse verso attività che aiutino l'unione, che esalti le virtù umane. Ma appena il risultato è in bilico danno un calcio a queste intenzioni preferendo “la vittoria”.
Ovviamente è una vittoria falsata, di facciata che però imbroglia il pubblico, supremo giudice per la fama, che si fa prendere per il naso con la compiacenza di certi sponsor che aiutano a esaltare questa immagine fasulla e farlocca.
Al Napoli club Bolzano si è pensato di partire dal contrario: si è creato un cuore pulsante che dall’interno prestasse orecchio alle richieste di aiuto di chi non ha la fortuna di avere la famiglia unita, o di chi magari non avesse la possibilità di pagare un’iscrizione, o ancora a chi è visto come emarginato solamente perché indossa un colore diverso sul proprio corpo.
Quasi incredibilmente, a pochi anni dall’inizio di questo progetto, l’attenzione a ”tutto il resto” (sociale) è stata vincente e le squadre del sodalizio azzurro sono all’apice di tutte le categorie alle quali partecipano anche sotto l’aspetto sportivo.
Non solo, per coerenza, quest’anno è stato messo in pista un progetto-pilota unico in provincia ma probabilmente a livello nazionale. Ci sono bambini che per loro sfortuna hanno vari problemi a livello fisico e sono considerati non normodotati.
Ebbene, questi ragazzi hanno la stessa voglia di giocare al pallone come tutti gli altri, solo che sull’altare del risultato la maggior parte (tutte) delle società non ritenendoli idonei ”al risultato” preferiscono addurre scuse varie per non farli giocare e divertire.
Ebbene ci ha pensato il Napoli a creare una squadra ad hoc dove potessero correre anche questi ragazzini, all’inizio erano una decina ma nel corso della stagione sono diventati oltre cinquanta. Gran parte del merito va agli allenatori che dopo aver frequentato corsi particolari per imparare a dialogare e a trasmettere, si sono ritagliare un angolo nel cuore delle famiglie di questi piccoli atleti dando loro la possibilità di crescere sia fisicamente sia mentale regalando loro la consapevolezza di essere all’altezza delle varie situazioni.
Non solo, questi ragazzi vincono con i goal e assieme alla vittoria fa pendere l’asse di equilibrio dell’inizio di questa pagina dalla parte del sociale.
Ma ha vinto anche la società perché non è venuta meno ai suoi principi dimostrandosi sempre più all’altezza dei tempi, una società che da Cenerentola è diventata parametro per le altre”aziende” che sempre di più soffrono per una gestione matematica e non di cuore nelle loro attività.
Oltre a questo la società durante l’anno organizza gite, trasferte feste che riescono ad abbinare il divertimento alla cultura in un momento dove, la conoscenza è tralasciata.
Sono venticinque gli anni di presenza dapprima discreta e poi sempre più universale che questa società nata da un gruppo di appassionati con Napoli nel cuore, come associazione ricreativa confinata tra i paletti della città natia. Nel corso degli anni sempre più aperta al ”resto del mondo”, perché la voglia di stare assieme, di divertirsi, di trasmettere valori e principi sani, spogliati dagli interessi è stato raccolto da tanti.
Oggi il Napoli club Bolzano, seguito e apprezzato anche dalle istituzioni cittadine, che riconoscono nella società, un ruolo di ambasciatore riesce a calamitare l’attenzione riuscendo degli atleti e dei loro genitori che guardano tranquilli al tempo che i propri figli trascorrono sui campi con il personale della società. Si organizzano trasferte divenute oramai appuntamenti fissi con le proprie squadre in Campania dove alle partite si abbinano visite culturali a siti unici al mondo come la costiera amalfitana, Napoli, Pozzuoli o ancora altri.
I ragazzi tornano da queste esperienze e ai genitori raccontano non come sia andata la partita, ma che bello sia passeggiare per Positano o che magnificenza è la piazza Plebiscito a Napoli o ancora la città sotterranea di Pozzuoli.

La “Cazzimma”.

Termine prettamente partenopeo per evidenziare una particolare furbizia di scaltrezza superiore.
sollecitata dalla situazione ambientale nella quale nasce, un arrangiarsi comunque con le disponibilità del momento.
Il collante del viaggio a Pozzuoli è stato un ambasciatore della napoletanità in una terra (l’Emilia Romagna) che per certi versi si avvicina al calore napoletano, parlo del sorridente Maurizio Criscitelli che assieme al nostro vanto Salvatore Nicolò è uno dei fondatori del Respiro Azzurro. Maurizio assieme all’assessore al Turismo Valerio Abussi ha tessuto una tela preziosa per permettere quello che dopo si è verificato.
Nei troppo brevi tre giorni passati in una culla di cultura che non ci si aspetta (mia beata ignoranza) le persone del Comune di Pozzuoli, che per vari motivi e incomprensioni, non erano attrezzate all’arrivo di quei polentoni dal cuore “Azzurro – Napoli” si sono inventate di tutto.
Nel breve volgere di una riunione in Comune all’alba (per la latitudine…) il dott. Pubblico navigato Dirigente Comunale, persona che farebbe l’invidia di tante aziende private, con il semplice ausilio di cellulare e buona volontà ha plasmato un programma dinamico che altrove avrebbe impegnato tonnellate di carte, bolli, timbri, autorizzazioni, mail e fax. A distanza di un respiro alla nostra allegra comitiva si è aperta la Solfatara con delle guide preparatissime prestate dall’Ufficio Belle Arti del Comune, i sig.ri Zeno e Macri che hanno illuminato quella e le visite seguenti con pillole di cultura appassionante. Due persone che hanno trasmesso passione e interesse a ragazzi saturi di Play - station e cellulari.
Di lì a poco si sono schiusi anche i cancelli dell’ambita Accademia Aereonautica di Pozzuoli, dove sono forgiati i Top-gun tricolori.
Per i ragazzi (ma non solo) è stato come un volo radente in un film di avventura e coraggio, dove queste virtù non sono finzione cinematografica ma realtà.
Una realtà presentata dal Generale Comandante dell’Accademia Generale -------------------- che ha poi lasciato il posto nella visita al Comandante del corso -------------------------- che ci ha portati, tra il resto, a osservare la sala motori dove troneggia un motore della Ferrari che solo pochi anni fa ha vinto sugli asfalti del mondo.
Abbiamo osservato e toccato con mano la tanto citata galleria del vento e ancora abbiamo capito quale e quanta preparazione devono avere gli allievi. Il nostro Top-gun/Cicerone si è prestato con pazienza alle domande più disparate lasciandoci con un ricordo di passione per il cielo e di competenza. Ma anche di tranquillità sapendo che sono a persone come lui che è delegata la sicurezza nazionale e il nome dell’Italia nei vari teatri di pace camuffata all’estero.
Il giorno successivo abbiamo avuto l’opportunità incredibile di visitare il rione Terra che altro non è che il mondo di ieri di là da un portone. Un salto triplo mortale all’indietro in un teatro sotterraneo, condotti per mano dai soliti appassionati delle Belle Arti. Un’indigestione di cultura e il rammarico di non avere altro tempo a disposizione.
Poi via in pullman, verso la scuola alberghiera di Pozzuoli che ha riservato ai nostri giocatori-studenti un assaggio dell’eccellenza scolastica del meridione culminata in Presidenza dove davanti a noi si è presentata una persona affascinante per cultura ma soprattutto per modestia.
Con piglio severo ma paterno, con fare deciso ma umano ha saputo trasmettere quello che normalmente è virtù di pochi: la semplicità. La dimostrazione che tanto più si è padroni della cultura tanto più, facilmente, si riesce a trasmetterla.
Esempio diametralmente opposto è quello dei politici che riescono a parlare per ore in modo complicato senza dire assolutamente nulla.
In quest’occasione è venuta fuori la parola “Cazzimma” con la quale ho iniziato questo resoconto del viaggio. Il ricordo del Dirigente incontrato sarà di chi vuole essere apprezzato come uomo e proprie doti umane piuttosto che per il titolo.
Ancora cultura con la visita in un anfiteatro che chiudendo gli occhi evocava spettacoli, anche cruenti, alla presenza di 40.000 persone urlanti, un silenzio rumorosissimo.
In ultimo, l’aspetto sportivo che sicuramente di fronte all’immensità del posto e al bagaglio umano delle persone incontrate è passato inesorabilmente in secondo piano pur trovando nei ragazzi del Napoli club Bolzano una squadra capace di dar sfoggio di educazione, e disciplina sia tecnica che comportamentale grazie anche all’allenatore Palmiero che da anni le pretende.
Loro avversari i figli di una terra ricca per tradizione di giocatori e di tifo, un gioco ai limiti della rudezza ma sempre sportivo, mai sopra le righe, nessun accenno a sceneggiate o scontri gratuiti che immancabilmente offrono le domeniche calcistiche nazionali.
Alla fine dell’esperienza, che oltre a mente e spirito ha deliziato anche lo stomaco con proposte infinite di una cucina senza limite, abbiamo partecipato dal vivo alla trasmissione dei Tifosi Napoletani condotta da Gennaro Montuori, ieri capo tifoso sugli spalti del S. Paolo, oggi abile conduttore in studio.
Un’esperienza che ha regalato ai giocatori, ai genitori e ai dirigenti presenti lo spettacolo dell’organizzazione apparentemente disordinata ma frutto di un’organizzazione matematica, di una trasmissione in diretta.
In trasmissione si sono susseguiti attimi di sana polemica intercalati a momenti di sorriso, si è arrivati anche alla sana commozione nel momento della consegna di un ricordo da parte di Bolzano alla bella (anche e soprattutto dentro) Cinzia Montuori che ha fatto scorrere qualche lacrima anche a chi il ricordo l’ha consegnato.
Un sorriso quello di Cinzia che resterà tra i ricordi belli della serata e tornerà attuale ogni qualvolta ci si possa trovare di fronte a un problema apparentemente pesante.
Nell’incalzare della trasmissione abbiamo avuto modo e il privilegio di conoscere una persona che mi ricorda il nobile napoletano del novecento dove la cultura si sposava con l’educazione, la pacatezza con l’animosità controllata, una persona oculata negli interventi mai a sproposito a cavallo tra ironia e saggezza.
Parlo dell’Avvocato Enrico Tuccillo che, principe del foro, si cala in quest’ambiente calamitando l’attenzione dei presenti a ogni intervento gestendone le reazioni.
Ora basta! La supplica è questa perché voi la Cazzimma l’avete e noi no? È vero in questo siete egoisti!
Vostro amico (extra-comunitario del Nord) Elio Simoni.

Sopra vengono riportati alcuni degli innumerevoli articoli apparsi su varie riviste a livello nazionale come quella dei Tifosi Napoletani “Respiro Azzurro”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

tutto il mondo azzurro ti è vicino, Salvatore Nicolò, per la dipartita del tuo caro papà.

Qualiano

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